Se hai in programma di venire a Parma, ti invitiamo a mettere in elenco una visita alla Certosa di Parma. Un luogo insolito nelle classiche visite guidate di Parma, ma che merita la sua scoperta.
Per farlo, ti vogliamo raccontare la nostra visita a questa protagonista di una versione autunnale delle giornate del FAI. Qualche anno fa raggiunse il numero di visitatori più alto di tutta l’Emilia Romagna con oltre 7.500 persone.
Oggi grazie alla professionalità di un’associazione di guide di Parma e le istituzioni referenti è possibile visitarla a pagamento. E come certo immaginerai, noi abbiamo partecipato sia alle visite del Fai, con Monica, sia ad una visita guidata, con Angela successivamente.
Se vuoi fare un percorso davvero insolito di visita a Parma, ti consigliamo di leggerti il nostro articolo:
Itinerario Parma Insolita in camper
Ma ora seguici nella nostra scoperta della Certosa di Parma.
La nostra visita alla Certosa di Parma
Sapevamo bene che la visita alla Certosa di Parma con la sua lunga e travagliata vita e gli aneddoti a lei legati, sarebbe stata ripagata da un viaggio speciale e incredibile. Un tuffo tra il sacro e la cultura all’interno di una storia, in un luogo affascinante.
Siamo perciò pronte ad entrare con il documento di identità alla mano. Sai ci troviamo pur sempre una area militare.
Proprio così: infatti dal dicembre del 1975 qui ha sede la cosiddetta “Scuola di Dio”; ossia la Scuola di Formazione e Aggiornamento della Polizia Penitenziaria. Quindi ogni singolo accesso è controllato.

Insieme alla guida entriamo nel piccolo teatro realizzato in favore dei bambini che risiedevano all’interno della Certosa di Parma. Il teatro è funzionante ancora oggi per spettacoli inseriti nelle attività carcerarie.
Sai che questo antico monastero agli inizi del 1900 fu trasformato in un Riformatorio, l’unico dell’Emilia Romagna?
Parliamo del Riformatorio minorile “Lambruschini”. Qui svolse il proprio compito di cappellano una figura molto cara a Parma, Padre Lino.
Dal 1910 al 1924 tutti i giorni il frate a piedi andava dal Carcere di San Francesco (altro luogo storico oggi recuperato della città di Parma che ti invitiamo a visitare), alla Certosa di Parma. Il suo compito era quello di prodigarsi a favore dei ragazzi con situazioni familiari complicate ed inserirli nella società.
Nella visita del Fai, Monica è stata accolta da uno di questi bambini, oggi ovviamente adulto, che le ha narrato di come in questo luogo gli fu insegnato un lavoro e quindi una nuova vita.
Emozionante il breve racconto, di una storia lontana ma ancora attuale, grazie a questo “ragazzo della certosa”, come si definisce lui.
Curiosità
Pur essendo un riformatorio, ripetiamo l’unico in regione ad inizi del secolo scorso, nel primo dopoguerra, a causa della grave carestia che ovviamente visse la nazione, molte famiglie povere destinavano uno dei propri figli alla vita in riformatorio.
La motivazione era che qui venivano garantiti alloggio e cure mediche, tre pasti al giorno, un’istruzione di base. Inoltre si iniziavano i ragazzi ad un lavoro.
La Certosa di Parma
Procediamo con ordine.
Con le guide siamo entrate nella Chiesa di San Girolamo, e rimaniamo affascinate dalla cupola e dalle volte dipinte nella seconda metà del 1600, con la tecnica del Tromp l’oeil .
Per realizzare i dipinti e le statue interne della chiesa, furono chiamati famosi artisti del periodo Farnese, come Alessandro Baratta, lo Spolverini, che trovi in Galleria Nazionale e Ferdinando Galli Bibbiena, famoso scenografo del Teatro Regio.
La pianta attuale risale al 1600; fu ricostruita dopo la distruzione avvenuta durante la guerra fra la famiglia Farnese, regnante all’epoca, e lo Stato Pontificio. L’esercito pontificio aveva l’accampamento proprio accanto al monastero che fu ripetutamente bersaglio dei cannoni dei Farnese.
Arrivando ai giorni nostri, la chiesa venne dichiarata inagibile a causa del terremoto del 2012 .
La sua cupola danneggiata dal sisma è stata riassestata in poco più di tre mesi, grazie ad un laborioso lavoro di ristrutturazione e opere di pulitura.
Attraversando tutta la navataprincipale, un angolo spettacolare è la piccola Sacrestia, che con i suoi affreschi è la parte più antica rimasta dal 1285, anno della sua prima costruzione.

Usciamo e percorriamo il corridoio che porta nell’ampio chiostro e l’attenzione si ferma alla targa dedicata a Padre Lino. Vogliamo dedicare un pensiero speciale a questo francescano divenuto cappellano sia del carcere di San Francesco e poi della Certosa di Parma, dedicando la propria vita sempre e con infinito amore ai più poveri e ai bisognosi.
Curiosità
Ti ricordiamo che Parma all’epoca dell’Unità d’Italia perse i suoi splendori e fasti di capitale del Ducato. E conobbe forti contrasti socio-economici, lottando fra carestia e miseria.
Ebbene con dedizione e impegno il frate Padre Lino aiutò moltissime famiglie, diventando così in pochi anni una figura importante per tutta la città pur rimanendo una persona schiva e modesta.
In Oltretorrente, il quartiere storico di Parma, ubicato fra il Ponte di Mezzo, Strada d’Azeglio e strada Bixio, trovi la statua dedicata a Padre Lino che lo ritrae con pane e cibo da donare ai più poveri.
La visita alla Certosa di Parma continua
Arriviamo nell’ampio chiostro e ne rimaniamo rapite: la cura dell’ampio giardino, le colonne di arenaria e le porte murate delle casette dei monaci, ci riportano al millequattrocento e all’armonia che qui regnava.
I monaci di questo monastero certosino non vivevano in celle come i cistercensi, ma avevano casette e trascorrevano il loro tempo pregando, leggendo e passeggiando nei grandi chiostri, come questo.
E passeggiando è
” facile immaginare il transito dei monaci certosini in preghiera ma anche gli schiamazzi dei fanciulli del Riformatorio Lambruschini mentre lì trascorrevano le loro ore di libertà.”(cit. sito @itineraemilia)

Riprendiamo il percorso con la guida.
Arriviamo alla cripta con ancora il pavimento originale e ci soffermiamo a guardare gli affreschi originali della chiesa salvati dal terremoto, recuperati e appesi al muro.
La storia di questo luogo insolito, che ti invitiamo ad inserire nelle tappe di visita a Parma, è davvero lunga e fantastica.
Nel 1752 i Borbone chiusero questo monastero con altri 51 monasteri del parmense; dopo vari momenti storici nel 1805 divenne la prima manifattura di tabacchi della regione.
Sai che in tutta la zona si coltivava il tabacco? Il monastero, o quello che ne rimaneva, venne così trasformato in un grande opificio che lavorò fino agli inizi del 1900.
Successivamente dal 1910 fino al 1975, fu qui creato come ti abbiamo raccontato, il primo riformatorio d’Italia. All’apertura delle carceri minorili, la Certosa di Parma ebbe una nuova configurazione: quella attuale.
La struttura era già di proprietà del Ministero di Grazia e Giustizia; con la sua architettura formata da camere, aule e refettori, si pensò di istituirvi la Scuola di Formazione e Aggiornamento della Polizia Penitenziaria che ogni semestre vede l’alternarsi di circa 200 alunni.
Curiosità
Grazie a questa sua caratteristica finale, si racconta e ci sono le conferme scritte, come una particolare casetta fosse stata allestita per la reclusione durata circa due mesi di Licio Gelli.
Conclusioni
La nostra visita durata poco più di un’ora volge al termine. Ma in questa breve passeggiata abbiamo attraversato i secoli in un luogo nato nel 1289 e arrivato a noi mostrandoci le numerose vite. Momenti che hanno visto la Certosa di Parma, trasformarsi da monastero certosino a opificio, poi riformatorio e oggi scuola.
Un vero viaggio nella storia!
Ti vogliamo anche raccontare un’ultima particolarità che è legata al famoso romanzo di Stendhal “La Certosa di Parma“.
Pare che questa fosse la Certosa dove Fabrizio del Dongo volle ritirarsi dopo essersi dimesso da arcivescovo. E come scrive era “situata nei boschi prossimi al Po, a due leghe da Sacca”.
Rimane tuttavia un dubbio. Spesso la Certosa di Parma viene confusa con la Abbazia di Valserena o di Paradigna appena fuori città in direzione Colorno (oggi museo), ma quella era cistercense. Insomma i dibattiti ancora ad oggi rimangono.
In realtà quando Stendhal scrisse l’opera entrambi i conventi erano stati soppressi. Addirittura all’epoca dello scritto, questa Certosa aveva da tempo cessato di essere un monastero certosino.
Il nostro parere è che Stendhal da bravo scrittore quale era, fosse libero di ambientare il romanzo d’amore tormentato tra Fabrizio e la sua amata Clelia dove meglio immaginò.
Come arrivare in camper per visitare la Certosa
L’indirizzo è Strada Certosino, 20 a Parma e il numero di Telefono 0521 498411 per ogni informazione.
Il camper potete lasciarlo per il tempo della visita nel parcheggio all’ingresso del viale.
Per partecipare alle visite guidate ti consigliamo di contattare direttamente le amiche guide di Itinera Emilia direttamente qui.