Considerato uno dei punti di riferimento culturali della città, il Teatro Valli di Reggio Emilia è stato inaugurato il 21 Aprile 1857. Ancora oggi, fiore all’occhiello a livello nazionale, questo tempio della cultura ospita spettacoli teatrali apprezzati dagli abitanti della città e non solo: ecco alcuni consigli sulla visita.
Teatro Valli di Reggio Emilia: alla scoperta della storia
Fortemente voluto dai reggiani, nella notte tra il 21 e 22 aprile del 1851, un incendio bruciò completamente il Teatro della Cittadella datato 1741. Questo teatro era molto importante per la città in quanto portava in scena opere e spettacoli in due particolari occasioni: il Carnevale e la Fiera della Madonna della Ghiara. Si rivelò inutile la ricerca di un luogo alternativo per la ormai messa in scena dello spettacolo previsto per l’apertura della Fiera, così un architetto modenese, Cesare Costa, ricevette l’incarico di progettare il nuovo teatro. Chiamato inizialmente “Teatro Comutativo”, nel 1980 alla scomparsa del celebre attore reggiano Romolo Valli, è stato modificato il nome dedicandolo al famoso attore.
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La nostra visita al Valli
Il primo atrio è il vestibolo, dedicato con due busti a Cesare Costa e Achille Peri, noto compositore reggiano. Il primo aspetto che colpisce è la luminosità quasi accecante che riflette sul marmo. A seguire compare l’atrio vero e proprio che stupisce per la forma ottagonale allungata: anche qui troviamo due busti dedicati a due reggiani, Pariati e Fontanesi. Le volte hanno dodici spazi maggiori e quattro minori e dalle scalinate laterali si accede agli ordini dei palchi e alle sale del ridotto. Abbiamo poi fatto il nostro ingresso nella Sala dello Spettacolo, chiamata anche Platea: la volta è composta da otto medaglioni dipinti da Domenico Pellizzi e celebra le glorie del teatro italiano, il melodramma, la tragedia e via seguendo. Quattro sono gli ordini che circondano la sala e al centro tra il primo e il secondo si apre l’elegante Palco Reale.
Volgiamo poi lo sguardo al Boccascena (il Palcoscenico) e sopra troviamo l’orologio, ancora funzionante con carica manuale di durata solo di 24 ore, tramite l’apposito meccanismo sistemato in una stanzetta ricavata tra la platea e la sala dei Pittori. Sopra la nostra testa invece c’è l’Astrolampo (il lampadario) che è alto 3,75 metri con un diametro di 3,05 metri e 72 punti luce. Una particolarità: il lampadario del teatro fu il primo luogo della città ad essere illuminato a gas grazie ad un gasometro costruito appositamente, sostituendo così l’illuminazione a lumi ad olio o candele tipiche dell’epoca.
I sipari invece sono tre:
- il sipario di Alfonso Chierici
- il comodino di Giovanni Fontanesi
- il sipario di Omar Galliani, commissionato e realizzato nel 1991. Siderea, il suo nome, un omaggio alla danza, cui allude la figura centrale come un angelo danzante dentro ad una corona che emerge su un campo blu. Una cornice rossa poi racchiude il quadro. La tela è stata dipinta nella Sala dei Pittori, all’interno del Teatro stesso.
Abbiamo poi il palcoscenico, molto ampio, uno dei più grandi in Italia: profondo 20 metri e una boccascena di quasi 14 metri e l’interno che raggiunge i 22,5 metri. Il pavimento in legno d’abete e rovere, ancora originale, è inclinato di 5 cm. Abbiamo inoltre scoperto come il teatro è tutt’ora dotato di alcune macchine necessarie per l’illusione scenica:
- la macchina per il rumore della saetta.
- la macchina per l’effetto del vento.
- la macchina per l’effetto della pioggia e del rumore del tuono.
Chi desidera avere informazioni sulle visite, può consultare il sito di riferimento e per il parcheggio è molto comodo il Foro Boario e poi il piccolo autobus navetta che porta a fianco dello stesso Teatro Valli di Reggio Emilia.