Piccolo museo delle Moto Bariaschi

Piccolo Museo Moto Bariaschi

Per andare forte non occorre correre,

ma scegliere il mezzo più forte

Emilio Bariaschi apre così il suo libro autobiografico “I ricordi di un vecchio motociclista”: noi possiamo aggiungere invece che per scegliere il mezzo che va più forte, devi essere un appassionato ed esperto conoscitore dei motori. Emilio Bariaschi lo è.

Piccolo Museo della Moto Bariaschi

Emilio Bariaschi al lavoro nel suo Piccolo Museo delle Moto
Emilio Bariaschi al lavoro nel suo Piccolo Museo delle Moto

Qualche tempo fa siamo andati a conoscere una persona che ha fatto della sua grande passione, un piccolo Museo: siamo sulle rive del grande Fiume Po, a Guastalla, nella bassa reggiana, culla di storie e personaggi che hanno quasi dell’incredibile, menti tanto geniali quanto particolari.

Guastalla ha dato i natali ad una persona degna di nota, in quanto a genialità e perspicacia: stimo parlando di Emilio Bariaschi, classe 1935, baffetto da sparviero, sguardo accorto e fisico asciutto, ti accoglie nel suo Piccolo Museo delle Moto con l’entusiasmo di chi ha appena comprato la sua prima motocicletta.

Entusiasmo dovuto soprattutto alla passione per le moto ma anche per i motori in genere e la meccanica fine.

La nostra visita

Monica ed Emilio Bariaschi in visita al suo Museo delle Moto
Monica ed Emilio Bariaschi in visita al suo Museo delle Moto

Emilio ci aspetta sabato mattina all’orario indicato e ci accoglie con un sorriso e con il calore di chi orgoglioso, ti mostra quanto di più caro ha al mondo, (oltre alla sua famiglia, ovviamente, sempre al primo posto).

Ci racconta che fin da ragazzino, parliamo del periodo che attraversa la II guerra mondiale, era fortemente attratto da quella che lui definisce ”la musica del motore a scoppio”.

Nel suo piccolo ma ben fornito museo è come vedere la sua vita raccontata dalle motociclette che hanno acceso il desiderio di cavalcarle e che in un modo o nell’altro, sono passate tra le sue mani.

Di umili origini, la gioventù vissuta in un periodo storico molto difficile quindi con possibilità limitate, Emilio Bariaschi mette a frutto la sua passione, l’ingegno, la lungimiranza e la sua caparbietà diventando un intraprendente imprenditore avviando diverse fiorenti imprese artigiane nonostante, come tiene a rimarcare lui stesso, la 5^ elementare di studi.

Cosa troviamo all’interno del Piccolo Museo Moto Bariaschi 

Il risultato del suo fervido lavoro lo troviamo raccolto in quasi 200 motociclette esposte che vanno per la maggior parte dal 1945 al 1965 periodo in cui Emilio si trova all’inizio a sgolosare ciò che non era nelle sue possibilità, e poi con il raggiungimento di una discreta disponibilità finanziaria, la soddisfazione di poterle maneggiare.

Nel museo troviamo molti micromotori che andavano applicati alle biciclette quali i vari Mosquito, Alpino, Cucciolo, Siata Ducati: proprio quest’ultimo fu il primo acquisto di Emilio e lo applicò ad una bici BSA modificandola personalmente in molte parti e con soluzioni anche originali per l’epoca.

La stessa bicicletta BSA fu poi rimodificata per accogliere un motore Alpino, e sempre con accorgimenti studiati dalla fervida mente di Bariaschi.

Proseguendo troviamo le prime vere moto che il nostro instancabile ha avuto modo di maneggiare in tutti i sensi, sia riparandole, (che  fossero sue o di amici), sia cavalcandole:

  • ha costruito ex novo un serbatoio di una Guzzi Airone 250
  • revisionato un motore di un Iso Scooter 125
  • elaborato per quanto possibile data la poca esperienza una Innocenti Lambretta A, poi il Guzzi Cardellino, il Garelli 75, che poi ha barattato con una Gilera 125, la quale a sua volta la scambiò con una magnifica Gilera Saturno 500 Sanremo.

L’attività sportiva

MV Agusta 125 monoalbero al Piccolo Museo della Moto Bariaschi
MV Agusta 125 monoalbero al Piccolo Museo della Moto Bariaschi

Bariaschi per puro divertimento e spirito sportivo, negli anni ’60 costruì anche go-kart: coloro che diventarono veri costruttori di questi mezzi, trassero ispirazione per alcune suoi originali accorgimenti, tra i quali il freno a disco.

Negli anni a seguire la vita di Bariaschi fu assorbita dall’attività lavorativa e da vicende personali che lo costrinsero a rinunciare alla sua passione per un lungo periodo;

dopo questo assopimento temporaneo, il risveglio fu incoraggiato, grazie ad un caro amico, Giovanni Alberini che a dire di Emilio “era un discreto “manico”” iniziò a cimentarsi nel motocross. Questa disciplina attirò anche il nostro interlocutore fino al punto di diventare uno dei gestori di una pista a Guastalla, struttura aperta inizialmente da Alberini e che attraversò diverse vicissitudini.

La collezione

Motore Lohmann Piccolo Museo Bariaschi
Motore Lohmann Piccolo Museo Bariaschi

Durante questo periodo di fervore sportivo, Bariaschi iniziò anche l’avventura del collezionismo d’epoca grazie ad un altro grande appassionato di meccanica, Nello Salsapariglia.

Leggi anche chi è Nello Salsapariglia

Facendovi visita con un amico, Emilio rimase colpito dalla quantità e varietà delle moto presenti nella stalla dove Salsapariglia le conservava.

Da allora è stato un susseguirsi di moto comprate e restaurate che portarono Emilio addirittura a costruire ricambi e parti di motori, cose che grazie alla sua inventiva e possibilità artigianali, gli riuscivano bene.

Con i gioiellini da lui stesso restaurati, Bariaschi mise in campo la sua competitività e il suo animo sportivo, infatti per tanti anni ha gareggiato nelle rievocazioni più note dedicate alle moto d’epoca:

    • Milano – Taranto
    • Motogiro d’ Italia
    • Trento-Bondone
    • Bologna San Luca

Le moto di queste gare le troviamo oggi nel piccolo museo e quindi parliamo di

  • Gilera 8 Bulloni
  • Guzzino 65
  • Capriolo 75
  • Laverdino 75
  • MV Agusta 125 monoalbero

affiancate da quelle che hanno accompagnato Bariaschi nel corso della sua movimentata vita quindi troviamo

  • il micromotore tedesco Lohmann diesel a due tempi
  • MV Pullman
  • le Rumi in varie versioni
  • Alpino 48 corsa
  • Mosquito 38 su bicicletta Dai
  • una rara Benelli 220 turismo
  • una Triumph modello H, e tante altre

Le nostre personali conclusioni

Per descrivere Emilio Bariaschi questo spazio è veramente riduttivo: il consiglio più spassionato che possiamo darvi è di andarlo a trovare nel suo piccolo museo e farvi raccontare da lui in persona la sua vita, la sua passione, intanto che ammirate le sue belle gelosamente custodite.

Noi siamo stati travolti dalla sua energia e dal suo orgoglio, dalla sua umiltà per aver coronato un sogno, che fin da piccolo aveva, cioè quello di possedere una moto e di poterla magari sistemare come voleva lui. Una persona frizzante e coinvolgente, un pozzo di conoscenza e di sapienza. E’ stato un grande ed un onore conoscerlo e ascoltare il racconto di una vita.

E’ una persona molto positiva e ne siamo usciti molto molto incoraggiati, perchè ci insegna che nonostante le difficoltà, se hai un sogno che rincorri da tempo, nessuna difficoltà sarà mai così grande da superare se, con forza e coraggio le affronti.

Come fare per visitare in camper il Piccolo Museo Moto Bariaschi 

Il Museo è aperto tutti i sabati dalle 10.30 alle 12.30 (salvo imprevisti) dunque il nostro consiglio è sempre quello di preavvisare, magari con anticipo, la tua visita, tramite mail all’indirizzo: museobariaschi@yahoo.it.

Le visite al museo sono gratuite per tutti e per i gruppi è necessaria la prenotazione, anche al di fuori del sabato.

Ogni maggiore informazione la trovi al sito di riferimento

Dove parcheggiare: il nostro consiglio è quello di sostare nel parcheggio del Conad che trovi in via 11 Settembre ed avviarti a piedi verso il museo. I parcheggi attorno al museo sono per i cittadini.

 

 

 

 

 

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