Sarà di certo capitato anche a te di fare una passeggiata per la tua città e non accorgerti che sotto i tuoi occhi esistono luoghi segreti e insoliti. Ecco oggi ti vogliamo raccontare proprio di alcuni di questi luoghi segreti e insoliti che spesso finiscono in parte dimenticati ma che in tempi passati hanno avuto un ruolo fondamentale.
Parma segreta: una visita a luoghi segreti e insoliti della seconda guerra mondiale
Una domenica mattina di inizio gennaio Angela si ritrova assieme ad altre persone in un punto fondamentale per la ricostruzione di questo periodo storico della vita di Parma: Oltretorrente. E grazie alla guida inizia una passeggiata per il centro storico che si trasforma in un vero storytelling del conflitto aereo e delle conseguenze che ebbe sulla città.
“La mattina si presenta serena e fredda, d’altronde siamo ad inizio gennaio ed insieme ad un gruppetto persone ascolto Andrea che mostrandoci il Monumento alle Barricate, inizia a parlarci di pietre. Le pietre provengono da un ponte oggi ricostruito, ma portano ancora i segni dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale…
Ecco l’espressione di Andrea che ci dice: “Ricordatevi che dalla pietra non si possono togliere i segni del tempo, e che la pietra racconta”, sarà il refrain che ci accompagnerà per tutta la visita guidata…
E’ infatti lungo le vie di questa passeggiata domenicale che troveremo tutti i segni, indelebili nonostante i bombardamenti e gli anni trascorsi, di questa Parma segreta che andiamo a scoprire: i rifugi antiaerei. Parma nel 1943 contava ben 24 rifugi pubblici che a fine guerra divennero 42, mentre molto di più erano i privati circa 1500. A Bologna per farti comprendere i rifugi privati erano 9846 e 90 invece i pubblici.

Parma segreta: i luoghi segreti e insoliti
La passeggiata si snoda fra le vie del centro storico e le vie dello shopping cittadino; ovviamente in questo splendido racconto i ponti hanno avuto un ruolo importante. Durante le fasi del conflitto non sono stati colpiti e abbattuti, ma lesionati ed alcuni portano ancora i segni e le scritte del periodo storico. Uno su tutti il Ponte di Mezzo, quello principale del decumano di Parma. Sotto la targa lascia intravedere il vecchio nome dato al ponte in epoca antecedente il conflitto; e le parole la pietra racconta la storia ritornano alla mente.
Si prosegue di nuovo in Oltretorrente e verso Ponte Verdi: ancora una sosta un racconto del periodo bellico e di nuovo di un rifugio.
Ma è la struttura della Pilotta, Piazzale della Pace e l’adiacente via Melloni che testimoniano la Parma segreta della Seconda Guerra Mondiale. Partendo da Piazzale della Pace, nel grande prato che accoglie il complesso della Pilotta, si erge un vecchio platano; bene sotto a quella pianta è ubicato un rifugio antiaereo.

Nel complesso della Pilotta invece esisteva il più grande rifugio antiaereo di Parma. Ben 1400 posti completo di cucine e le scritte ed indicazioni sono ben visibili ancora oggi (la pietra racconta la storia). Una curiosità: a fianco della scritta che indica il rifugio vi è una seconda e terza scritta che indicano Calzolaio n. 2. Nel primo dopoguerra i rifugi antiaerei vennero trasformati in tante abitazioni per gli sfollati ed in alcune botteghe artigiane. Luoghi segreti e insoliti ben visibili alla gente che passa e non coglie.
La visita al Rifugio n. 11
Ma l’emozione più grande è quella di entrare nel Rifugio n. 11 dalla vicina Strada Melloni, che ha le radici nel complesso monumentale di San Paolo.
Tutto il gruppetto attende questo momento: entriamo effettivamente nei luoghi segreti e insoliti di questa visita; si indossa il caschetto protettivo e si inizia a scendere, fra il bisbiglio che diventa sempre più sommesso fino a silenziarsi.

La visita si conclude quaggiù, fra il racconto dei reperti che sono frutto di donazioni di persone che hanno vissuto questo periodo storico e degli eredi, e il recupero della storia di Parma sia dal punto di vista della memoria che degli ambienti.


Pare strano ma i segni di questi luoghi segreti ed insoliti sono da sempre visibili a tutti. E noi assorbiti dalla quotidianità non abbiamo mai veramente guardato.
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Se sei interessato ad effettuare anche tu una visita al rifugio contatta:
Andrea di Betta al n. 349 254 8731
Oppure scrivi una mail a: ancfargl.parma@gmail.com