Durante le Giornate FAI di primavera abbiamo visitato lo splendido borgo di Monticelli d’Ongina, in provincia di Piacenza, sede della Rocca Pallavicino-Casali e della Basilica di San Lorenzo.
Per arrivare a Monticelli d’Ongina in camper, si possono percorrere tre diverse strade:
- sull’A1 si esce a Fiorenzuola e si proseguire per la statale;
- sempre dall’A1 si esce a Fidenza e si prosegue per Cortemaggiore;
- infine, da Parma si può percorrere anche la strada provinciale 10, evitando quindi le autostrade, per immergersi nella bassa parmense fino a Villanova e in seguito, si arriva a destinazione.
La storia di Monticelli d’Ongina
In epoca Romana era un territorio paludoso e grazie alle enormi opere di bonifica effettuate dai Romani diventò un punto di intersezione tra l’attuale via Emilia e l’ormai sconosciuta Via Postumia. Il nome del paese non è dato dal torrente che scorre a circa 30 km, come erroneamente si può pensare ma al nome di uno degli esponenti della famiglia cremonese Bonifaci.
Diversi sono stati gli avvicendamenti per il dominio del paese ma il periodo più significativo è stato tra il 1405 e il 1407 quando Orlando il Grande iniziò i lavori per la costruzione della Rocca.
La rocca Pallavicino-Casali
Il massimo sviluppo di questo stato è legato alla figura di Rolando Pallavicino, detto il Magnifico. Fu allora che a Monticelli venne costruita la Rocca, testimone del prestigio politico, nonché luogo strategico ed edificio di difesa.
I problemi di successione che conseguirono alla sua dipartita resero il territorio meno autonomo e più frazionato. La zona di Monticelli venne affidata a Carlo Pallavicino, figlio di Rolando e vescovo di Lodi. La Rocca venne trasformata in residenza estiva da Carlo ma con l’estinzione del casato Pallavicino, passò di mano alla nobile famiglia piacentina dei marchesi Casali che abitarono la Rocca fino al 1957.
Da questo anno lo storico edificio fu stato acquistato dalla chiesa parrocchiale di San Lorenzo diventando così di fatto di proprietà della Diocesi di Fidenza (PR). La Rocca è costruita con i classici schemi dei castelli di pianura, quadrangolare circondata dal fossato ad oggi vuoto d’acqua con quattro torrioni circolari agli angoli. Oggi del ponte levatoio non v’è più traccia perché è stato sostituito con ponti in muratura.
Nell’androne affiorano gli antichi affreschi tra cui la Madonna ed il Bambino del Quattrocento. A piano terra si trovano le sale del Museo Civico, mentre le cantine, un tempo utilizzate come scuderie e magazzini, ospitano oggi il Museo Etnografico del Po, che comprende le sezioni Acquario del Po, il Museo Archeologico e il Museo della Civiltà Contadina.
Alcune fonti parlano anche di un camminamento segreto fino alla Basilica di San Lorenzo, che dista pochi metri dalla Rocca. Inoltre al piano superiore del mastio orientale vi è una stanza stretta simile ad una prigione.
Collegata agli appartamenti signorili da una grande e lunga galleria è la Cappellina di Corte, piccola ma concepita come cappella privata del Vescovo Carlo. Come un vero autentico gioiello d’arte, la cappella racchiude un ciclo di affreschi del ‘400 opera dei pittori Bonifacio e Benedetto Bembo, rinvenuti grazie ai lavori di restauro della stessa.
Si narra addirittura che l’affresco dell’Ultima Cena presente nella Cappella abbia ispirato Leonardo nella realizzazione del Cenacolo.
La Basilica di San Lorenzo
Per arrivare alla Rocca Pallavicino – Casali non si può non passare davanti alla meravigliosa Basilica di San Lorenzo, eretta tra il 1470 e il 1480 per volere del Vescovo di Lodi, Carlo Pallavicino.
Attualmente è lunga 51 metri e larga 35. Il campanile era originariamente più basso e si presenta oggi di 65 metri d’altezza. Le tre porte sono invece sormontate da lunette raffiguranti il patrono S. Lorenzo e i titolari delle altre due chiese, S. Giorgio e S. Giovanni Battista. L’interno a croce latina è a tre navate ed è grandioso ed imponente.
Nelle navate minori si contano ben 14 cappelle votive, ognuna delle quali decorate con stucchi e pitture. In particolare si segnala un trittico raffigurante il Martirio di San Lorenzo nello scomparto centrale e sulle pareti laterali raffigurano episodi di vita del Santo patrono.
All’interno della basilica si trovano inoltre opere d’arte e preziosi arredi, uno fra i quali il magnifico altare in marmo.
Cosa mangiare a Monticelli d’Ongina
La prima cosa da gustare in questo borgo piacentino sono gli antipasti pregiati a base di maiale, come il salame, la coppa e la pancetta piacentina che hanno ottenuto il marchio DOP.
Tra i primi piatti il più famoso sono i pisarei e fasò, cioè un piatto di gnocchetti fatti di farina e pangrattato, con i fagioli lessati con il sugo. Deliziosi sono anche i tortelli burro e salvia, ben diversi da quelli quadrati parmigiani, questi infatti hanno la sfoglia fatta a treccia.
I secondi piatti sono a base di carne selvaggina per lo più quindi arrosti, cinghiale in umido o salame cotto. Una specialità è la pìcula d’caval cioè una ricetta di carne di cavallo accompagnato da polenta o stracotto di asinina.
Da non perdere sono anche il tasto o tasca, cioè la punta di vitello simile alla cima alla genovese e il coniglio alla piacentina, diverso dalla ricetta reggiana perché qui in aggiunta vanno messe le noci e il prezzemolo.
Una bella abitudine è anche la merenda: la Burtleina o bortellina, è un piatto a base di farina, sale, uova e cipollotto. L’impasto viene fatto friggere nello strutto e abbinato a salume. Sembra la torta fritta parmigiana o il gnocco fritto reggiano, ma la diversità sta nell’aggiunta di cipolla.
I vini per eccellenza che accompagnano queste pietanze sono il Gutturnio e l’Ortrugo o una Malvasia secca.
Terminiamo con i dolci? Semplicemente, una torta di mele oppure il più classico busilàn (ciambella) o i turtlitt (tortelli dolci).
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