Di certo conoscerai questo appuntamento che ogni anno in due occasioni raccoglie milioni di visitatori che per un weekend si “perdono ” fra le bellezze italiane.
Parma come tutto il resto d’Italia, ha scelto l’occasione delle Giornate del Fai per aprire le porte a monumenti e luoghi diversamente non visibili. Grazie a volontari e studenti “formati” per l’occasione , possiamo visitare luoghi e conoscere storie dimenticati nel tempo.
Sono occasioni uniche da cogliere per diversi motivi:
- l’apertura a luoghi difficilmente visitabili
- la disponibilità di ragazzi e della passione che nutrono, per essere accompagnati nelle visite
- la voglia di essere turisti anche “a casa propria”
- l’occasione per una gita fuori porta
Le Giornate del Fai a Parma – primavera 2018
In questo nostro itinerario tutto cittadino , oggi ti accompagniamo in un luogo ricco di storia e di personaggi.
Fra i luoghi aperti per l’occasione, infatti, ho scelto di visitare qualcosa che ho sempre avuto nel desiderio di vedere, ma che proprio per la sua storia, non ho e non è mai stato possibile visitare .
Ti sto parlando dell’ex Carcere napoleonico di San Francesco e la chiesa di San Francesco del Prato, prima di proprietà della Curia ed ora gestita dal Demanio e che saranno oggetto di imponenti restauri nei prossimi anni. Considera che i quotidiani del 26 marzo 2018 hanno riportato un numero di 10.000 visitatori per questo luogo, a testimonianza della sua importanza storica.

Cenni Storici
La storia narra che nel 1221 San Francesco nel suo pellegrinare, passò da Parma ed esattamente si fermò in una zona appena fuori le imponenti mura cittadine, solitamente adibita a mercato agricolo, per pregare e per sostare.
In seguito, grazie a donazioni spontanee dei cittadini e a manodopera volontaria, venne eretta una chiesa in stile Gotico. In questa grande chiesa, anche per sostenerne i costi di manutenzione, le maggiori famiglie Nobili di Parma e dintorni, scelsero di seppellire nelle navate e cappelle i propri cari.
La Chiesa di San Francesco del Prato per le sue dimensioni è ben più lunga e ampia della Cattedrale di Parma, il nostro Duomo.
Accanto a questa chiesa venne eretto il complesso dei Frati Minori conventuali , in quanto Parma era meta di pellegrinaggi che venivano qui accolti , assieme ai numerosi bisognosi del territorio circostante. Ovviamente nel tempo chiesa e convento divennero un luogo importante e di riferimento per la comunità.
Nel 1805, successivamente all’instaurarsi del dominio napoleonico e alla conseguente occupazione del Ducato Farnesiano di Parma, Piacenza e Guastalla, il complesso venne modificato per un uso che non era certo ecclesiastico .
Infatti nel 1810 il Monastero e la stessa Chiesa simbolo della Francescanità a Parma, vennero completamente svuotati di quadri reliquie ed immagini sacre, per essere trasformati in carcere il primo, e locali di servizio e falegnameria per la produzione di mobili il secondo. I carcerati lavoravano gratuitamente in falegnameria e un commerciante cittadino , in accordo con la gestione carceraria, provvedeva alla vendita. I frati rimasero in una costruzione adiacente, dove son tutt’ora e svolgevano varie attività all’interno del carcere.
Padre Lino Maupas visse in questo luogo per anni e nel carcere prestava i suoi servizi.
L’importanza delle Giornate del Fai

Fino a qui ti ho raccontato la storia, ma immagina lo stupore di me turista che vivo a Parma e che non ho mai avuto la possibilità di visitare questo luogo così “deturpato dagli usi” eppure così unico e famoso.
Ho provato una sensazione di stupore e sgomento, camminando all’interno della chiesa e vedere briciole di affreschi, che sicuramente ne adornavano colonne e pareti. Oppure i segni inconfondibili di scale e piani del carcere aggiunti poi.
Ho apprezzato i bravissimi ragazzi “ciceroni per un giorno”, spiegare che sotto al pavimento passavano canali o erano collocate le salme delle famiglie nobili, trafugate e cancellate per sempre da chi decise che quello non poteva più essere un luogo di culto.
Anche quando ci hanno accompagnato all’interno dell’ex carcere di San Francesco, hanno saputo trasmettere la vita di quei luoghi e di chi vi ha trascorso anni.
Anche Parma ha avuto il suo carcere in ambiente diciamo “storico” .
Una parte del Monastero venne modificata ed ampliata , durate il periodo di Napoleone e divenne un carcere per editto napoleonico dal 1810 fino al 1992.
In Italia tanti sono gli esempi tutt’ora attivi di carceri in luoghi storici. Nei tre piani di quello di Parma passarono personaggi illustri .
Alcuni esempi: nella torre del campanile fu incarcerato colui che uccise Umberto I° di Savoia , mentre Giovannino Guareschi fu incarcerato nelle celle comuni. In tempi più recenti anche Licio Gelli fu incarcerato in questo luogo.
Il carcere venne dismesso non molti anni fa e che regala nel giro “turistico” foto di precedenti ospiti di tempi molto recenti.
Tuttavia visionare le celle , la loro zona “servizi” e le grate da cui vedere il cielo, lascia per qualche attimo sconcertati , e la domanda di tutti è stata: “ma in quante persone per cella?”
Conclusioni
Ho visto luoghi ben più impegnativi dal punto di vista emozionale: Dachau o Mathausen ad esempio e davvero non c’è paragone con un carcere.
Oppure mi è capitato di vedere il nascondiglio di un partigiano nei nostri monti .
Ma la limitazione della libertà altrui sia per atti compiuti che per motivazioni diverse, mi coglie sempre impreparata e muta.
Certo è che sono veramente felice di aver potuto approfittare, ancora una volta del Fai e delle Giornate del Fai organizzate a Parma. Sono sempre un momento unico per essere turisti in casa nostra, e perchè no, come dico spesso io, essere “turisti di noi stessi”
Se pensi di visitare Parma o una delle città emiliane in occasione proprio delle Giornate del Fai , ti consigliamo di consultare il sito del Fai per essere sempre aggiornato.
Per la sosta camper invece ti consigliamo di visitare il nostro sito nella sezione dedicate alle soste garantite . Qui potrai trovare sempre informazioni aggiornate.