La tradizione di San Giovanni
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La tradizione di San Giovanni

La tradizione di San Giovanni con le sue antiche radici che variano da luogo a luogo, ha una data ben precisa: la notte del 23 Giugno. Una serata che unisce tradizioni pagane e cristiane, in Emilia si esprime al meglio con una tortellata convivale, proprio nella sera del 23 giugno.

E se intendi visitare l’Emilia in questo periodo, beh ti invitiamo a fermarti ad una festa di paese o in un agriturismo, e gustarti questa specialità anche dopo il 23 giugno.

A proposito, con la nostra tessera, nel sito trovi alcuni agriturismi proprio in Emilia,  dove potrai anche sostare, e gustarti questo piatto: bada bene non sono tortelli qualunque. Quindi se sei già tesserato ti invitiamo a consultare la tua guida e a puntare la prua del tuo camper per la meta del weekend. Ma se non sei ancora nostro associato, provvedi subito: basta un click e due minuti per compilare la tua scheda anagrafica; entrerai così a far parte di un viaggio di soste e itinerari del gusto!

La tradizione a tavola

Il menu di questo giorno non ammette deroghe: fra i vari piatti, il primo deve assolutamente prevedere i tortelli d’erbetta. Con la coda, fumanti, “affogati” nel burro e “asciugati” nel Parmigiano; e per festeggiare al meglio, le persone si riversano nelle piazze e nelle vie della città oltre che nei paesi, nelle campagne per le feste della tradizione, o in ristorante per consumarne in grandi quantità.

Magari preceduti da un buon piatto di salume o seguiti da prosciutto e melone.

Cos’ha di particolare da festeggiare questa nottata?

  • E’ nota per essere la notte del tortello (in dialetto parmigiano si scrive La rozäda äd san Zvan) (La rugiada di S.Giovanni)

Un’usanza molto diffusa era quella della raccolta delle erbe di San Giovanni: si diceva che in questa notte e bagnate dalla rugiada moltissime erbe avessero funzioni farmacologiche. Un proverbio romagnolo dice “la guaza ‘d San Zvàn la guarès ogni malàn” (la rugiada di San Giovanni guarisce tutti i mali).

Si riteneva addirittura che chiunque si bagnasse con la rugiada durante questa magica notte si dotava di una barriera in grado di difendere da ogni tipo di acciacco o malanno.

Alcune erbe erano ad esempio

  1. l’iperico dai fiori gialli per proteggersi dalle sventure
  2. l’artemisia contro il malocchio
  3. la meta bagnata come garanzia per una lunga vita
  4. la salvia per proteggersi dalle creature malvagie
  5. il semplice rosmarino che, raccolto e appeso davanti alla porta di casa teneva lontano diavoli e streghe.
  • Inoltre, con queste piante era possibile fare l’”acqua di San Giovanni”; se raccolte nella notte fra il 23 e il 24 giugno, messe in una bacinella colma d’acqua e lasciata fuori casa per tutta la notte aveva il potere di aumentare la bellezza e preservare dalle malattie.

Mentre allo stesso tempo poteva difendere dal malocchio, l’invidia e le fatture, soprattutto quelle pronunciate contro i bambini.

Insomma, un vero e proprio rito non solo per avere bellezza ma anche per le proprie fortune: infatti la tradizione vuole che si raccolga un ramo di felce e tenerlo in casa per aumentare i propri guadagni.

Allo stesso scopo si deve comprare l’aglio perché: “Chi non compra l’aglio di San Giovanni, sarà poveretto tutto l’anno!”

Il nocino

Un altra tradizione ancora oggi molto sentita  nelle notte di San Giovanni è il nocino.

Questo liquore si prepara con le noci verdi, non ancora mature: infatti vanno raccolte proprio la notte di San Giovanni: si narra infatti che essendo bagnate dalla benefica rugiada e raccolte possibilmente da mani femminili siano di buon auspicio per la riuscita del nocino. Purtroppo con il passare dei secoli, e causa i cambiamenti climatici, la raccolta del frutto si è spostata ad una settimana più in là….ma la tradizione ….

La ricetta vuole che le noci siano lasciate in infusione in alcool puro, zucchero e altri ingredienti diventando così un liquore forte, di colore scuro, aromatico, ideale come fine pasto. Ottimo se tenuto al freddo.

e per finire…

Tante sono le tavolate che questa serata vedranno sedute molte persone. Una tradizione  sentitissima in Emilia, non solo a Parma, dove San Giovanni è un vero appuntamento gastronomico,  e molte sono le iniziative nei locali o ristoranti, meglio se all’aperto. Una bella serata in compagnia brindando alla tradizione, come piace fare tanto a noi!

Voi provare a fare i tortelli di erbetta?

La Tradizione di San Giovanni - I tortelli d'erbetta
La Tradizione di San Giovanni – I tortelli d’erbetta

Ingredienti per 4/5 persone:

  • 7 etti delle comuni erbette (bietole da orto)
  • 300 g di ricotta meglio se mista (mucca e pecora)
  • 80 g di burro
  • 2 etti di Parmigiano Reggiano grattugiato
  • 4 uova
  • un pizzico di noce moscata
  • 500 g di farina 0 e sale q.b.

Preparazione per la sfoglia:

Per ottenere un impasto compatto si prepara con farina, tre uova, acqua e sale a piacimento. Tira la sfoglia (non troppo sottile).

Preparazione per il ripieno:

Lava le erbette che devono essere obbligatoriamente fresche e separa le coste bianche dalle erbette. Fai bollire le erbette in acqua bollente e salata. Scolale per bene, (ideale sarebbe cuocerle la sera prima, in modo che per la notte rimangano a scolare), sminuzzale e impastale con la ricotta, aggiungi circa 30 g di burro, il parmigiano e un pizzico di noce moscata. L’impasto deve essere consistente.

La preparazione dei tortelli:

La sfoglia deve avere una larghezza attorno ai 7 cm e il ripieno va disposto al centro con tanti mucchietti. Ripiega la pasta sopra al ripieno in modo da formare un rettangolo. Premi lungo i bordi dell’impasto affinchè si attacchino bene e poi taglia i singoli tortelli con la rotella dentellata. Per la cottura: metti a bollire abbondante acqua salata e (consigliamo una lacrima di olio così non si attacca la sfoglia) cuoci per 10/13 minuti. Scolali con la schiumarola e disponili in un piatto di portata o pirofila e cospargi con il burro fuso, e spolvera con abbondante Parmigiano.

Un’antica tradizione vuole i tortelli d’erbetta Lóngh col so cóvvi, tgnìss sènsa vansàj, foghè in-t-al butér e sughè col formaj. Lunghi con le loro code (molta pasta e poco ripieno), poco cotto che non ne avanza, affogati nel burro, asciugati col formaggio. (è un detto sarcastico, il cui significato è … saranno anche fatti o cotti male ma non ne sono avanzati ….

Insomma…

Tantissimi consigli e significati sono attribuiti a questa festa che alla fine dei conti, ammettiamolo, è una scusa per trovarsi in compagnia per celebrare sicuramente il Santo, ma anche e di più per cenare come si deve, rispettando la tradizione.

Quest’anno con la ripresa delle sagre e degli eventi gastronomici, sarà ancor più bello seguire la tradizione e festeggiare in compagnia, seduti a tavola con davanti un buon piatto di tortelli e un buon bicchiere di Lambrusco locale.

Buon viaggio… con gusto!

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