I miei ricordi in camper sulle Dolomiti sono tantissimi e risalgono a molti anni fa molto prima che avessi il camper. Infatti le Dolomiti erano e sono tutt’ora una delle mie mete preferite per le vacanze sia estive che invernali.
Te ne parlo anche nel mio articolo
7 laghi per un itinerario nelle Dolomiti: dove andare in camper
Invece i primi ricordi che ho di questa specifica parte d’Italia risalgono al 2008 quando trascorremmo 15 giorni di vacanza sulle Alpi. Se le altre località le conoscevo e le frequentavo già da diversi anni, questa parte fu per me una vera e propria scoperta.
Il Comelico

Protetto dalle alte vette e da un’unica strada che fino alla fine anni 80 del secolo scorso era un tormento per chi la doveva percorrere, il Comelico colpisce per il panorama. Il verde smeraldo intenso, cambia di sfumatura a seconda si attraversino zone boschive di abeti o di prati adibiti a pascolo, picchettati da innumerevoli fienili e malghe.
Nei borghi e paesi, collegati gli uni agli altri, svettano i campanili, e il tutto è contornato da meravigliose cime. In questo angolo fra la provincia di Belluno, e quella di Udine, la ricchezza è fatta anche di tradizioni. Prima fra tutte quella dei suoi tabià (gli antichi fienili in legno), e poi la lavorazione del legname, per finire con la produzione del latte e di squisiti formaggi come il Comelico.
Sia che si arrivi dalla famosa Val Pusteria, tramite il Passo Centro Croci, o da Forni Avoltri con il Passo Cima Sappada, o da Auronzo di Cadore, ora più agevole grazie al tunnel, il panorama qui cambia aspetto. Al visitatore pare di entrare in una dimensione nuova, lontano dal fragore turistico. A dire il vero un fragore di sottofondo si sente. Ma è quello del Piave che proprio da queste parti ha le sue sorgenti.
E’ un piccolo angolo di Italia che offre a mio avviso un turismo con molte proposte sì, ma in un ambiente più tranquillo rilassante.
La località più attrattiva è certamente Sappada, che propone fra le varie cose una bella passeggiata lungo la via principale fra i negozi di sport, bar, artigianato ed enogastronomia.
Qui d’altronde in inverno partono alcuni impianti per lo sci mentre gli altri sono a Padola, stazione sciistica collegata col comprensorio Alta- Pusteria e dove si trova una bella pista per lo sci di fondo.
In estate a Sappada si possono fare splendide escursioni sia a piedi che in mountain bike o a cavallo; una fitta rete sentieristica accompagna l’escursionista in ogni dove lungo tutta la valle o verso le cime dolomitiche con ferrate, che ammetto non fanno per me purtroppo.
Comelico non solo natura
Il Comelico è anche una terra di cultura: diversi sono i musei, i palazzi di ricche famiglie e le chiese sparse nei vari borghi a testimonianza che già nei tempi antichi la zona era popolata.
A Casamazzagno piccola frazione fra Padola e Santo Stefano di Cadore, ad esempio trovi il Museo Etnografico La Stua. Una collezione ospitata in una vecchia casa costruita secondo le normative indicate dal Rifabbrico nell’Ottocento che si sviluppa su tre piani. Racconta come si svolgeva qui la vista fra la fine ottocentro e i primi del novecento, insieme a cimeli della Grande Guerra.
A Dosoledo si trova il Museo Algudnei, spazi per la cultura contadina ladina, che ripercorre anche con pannelli interattivi la vita in queste valli. E passeggiando per il paese puoi vedere la strada dai fienili. Si tratta di fienili ben conservati, alcuni restaurati, messi in fila per un passaggio suggestivo nel borgo con le vette dolomitiche come sfondo.
Mentre nel paese di Santo Stefano di Cadore esiste la seconda chiesa sorta nel Cadore e la prima nel Comelico. Alcuni studiosi la fanno risalire già a prima dell’anno mille.
In camper sulle Dolomiti: Val Comelico
Negli itinerari in camper sulle Dolomiti è la natura la componente principale e così anche in questo viaggio nel Comelico.
Fra queste montagne di confine tra Veneto e Friuli sgorga un fiume ricco di storia, il Piave. Le sorgenti del Piave alle pendici del Prealba, sono una meta turistica molto frequentata anche perché dal rifugio ci si può rilassare godendo del tipico panorama alpino sulle cime attorno.

Nei boschi di questa valle nasce e cresce il famoso “abete di risonanza“. Purtroppo sono boschi duramente colpiti dall’uragano di vento del ottobre 2018 che distrusse gran parte delle foreste alpine e ancora oggi è visibile il suo passaggio.
In realtà quando saliamo in questa valle è la deviazione in Val Visdende che amiamo maggiormente.
Quando saliamo nel Comelico la nostra sosta solitamente è presso l’area sosta di Sappada a borgata Palù. L’area accoglie 60 piazzole e offre la possibilità di carico e scarico acque e colonnine di erogazione dell’energia elettrica. Il costo per la sosta di 24 ore è di 18,00 e la corrente è conteggiata a parte al consumo di 0,33 € kw/h.
Scendendo da Sappada in direzione Santo Stefano si sorpassa l’orrido sul Piave delle Cascate Acquatona proprio al confine tra Friuli e Veneto; successivamente sulla destra proprio in corrispondenza del camping Val Visdende si trova la deviazione che attraversa il Piave, con ben visibile il cartello Val Visdende.
Se pensi di fermarti in valle a Santo Stefano di Cadore trovi l’Azienda Agricola Ranch Grande Nord, che propone, oltre alle visite guidate in fattoria, anche escursioni con i cani, dog walking e sleedog in inverno.
In Camper sulle Dolomiti: la Val Visdende
La strada inizia a salire subito, attraversando questa stretta valle fatta da rocce e pini e l’animo già è felice ed estasiato pensando al panorama che vedrà tra poco. D’altronde era uno dei luoghi preferiti da Papa Wojtyla che la definì Tempio di Dio, Inno del Creatore.
Come la valle si allarga e calpestiamo con il camper il ponte sul piccolo ruscello, ecco che ci appaiono i prati e le cime che abbracciano maestose quasi a protezione questo angolo di paradiso, posto a 1300 metri.
D’abitudine prima di piazzarci per la sosta facciamo un breve giro per il pianoro; giusto una perlustrazione, per godere della bellezza del panorama immediatamente, avremo tempo tutto domani per dedicarci all’escursione.
Si può sostare la notte presso l’area di sosta dell’Albergo Ristorante Gasperina proprio adiacente al ristorante. E’ aperta solo da giugno a settembre, è un po’ spartana ma con tutto quello che può servire di strettamente necessario ad un camper. E con la cucina del ristorante ci si rilassa piacevolmente!
La nostra prima escursione in Val Visdende

La prima volta che salimmo in Val Visdende fu proprio da qui.
Dalla chiesa dove spesso Papa Wojtyla recitò le funzioni religiose si prende la la carrozzabile. Salendo, salendo, fra tornanti, attraversamenti e cascatelle arriva lassù dove silenzio è rotto dal belare delle greggi e dall’urlo di segnale delle marmotte.
Ricordo ancora il sudore che scendeva a rigarmi le tempie e ad appannarmi gli occhiali, mentre il vento freddo mi asciugava immediatamente tutto il volto.
Tutta la fatica dell’escursione merita; quando si arriva lassù a Malga Campobon a 1932 metri, dove i pini hanno lasciato posto alla prateria, lo sguardo può finalmente spaziare libero e l’animo diventare felice.
Fin qui è una escursione di 10 km su una carrozzabile che continua fino a Malga Monzoni a 1890 metri per poi con un lungo giro, scendere di nuovo a Val Visdende, dopo aver passato da Malga Chastellin.
Ovviamente tutto questo camminare ci fece venire appetito e se a mezzogiorno lo placammo con un tagliere di speck e formaggio, a sera ci rifocillammo presso il ristorante attiguo all’area, dove non ci siamo fatti mancare i piatti della cucina tipica.
I Casunziei, tortelli ripieni di patate e pancetta affumicata conditi con i funghi porcini che effettivamente ricordano molto i nostri tortelli di patate montanari, e un piatto fumante di minestra d’orzo. Abbiamo terminato con una buona fetta di Peta coi pomi, la nostra torta di mele, per concludere la cena.
Conclusioni
Ovviamente questo vuole essere solo uno spunto fra gli innumerevoli itinerari in camper sulle Dolomiti che si possono percorrere. Personalmente ne ho fatti diversi, ma l’idea di visitare una valle particolare fuori dalle classiche rotte turistiche, mi ha spinto a parlarti del Comelico.
A proposito sai che a Padola esisteva un impianto termale, purtroppo chiuso da tempo, fuori dall’abitato con un comodo parcheggio dove si può sostare in camper? In inverno è sfruttato perché da lì inizia il percorso di fondo ed in estate il percorso viene utilizzato dalle MTB per arrivare fino al passo di Monte Croce Comelico.
Ci vediamo al prossimo itinerario.
Angela