La fila per accedere al Palazzo Ducale di Parma
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Il Palazzo Ducale di Parma con il Fai 2019

Come sempre le giornate FAI ci danno l’opportunità di visitare luoghi spesso sconosciuti: un’occasione per un fine settimana a Parma è andare a conoscere il Palazzo Ducale di Parma.

Per usare un solo aggettivo: meravigliosa scoperta!

Dove si trova e cos’è il Palazzo Ducale del Giardino

Palazzo Ducale Parma
Palazzo Ducale Parma

La giornata è bellissima, primaverile e dobbiamo dire fortunati perchè abbiamo così la possibilità di visitare un luogo tra i più affascinanti e misterioso della città.

Da sempre chiamato più semplicemente Palazzo Ducale, invece e per correttezza di informazioni, si chiama Palazzo Ducale del Giardino, perchè era la Reggia, una delle tante della famiglia Farnese all’interno dell’enorme Parco.

Questo Palazzo ha vissuto momenti di alterna fortuna, dati da occasioni di prestigio a periodi di distruzione e decadimento.

Attualmente ospita il Comando Provinciale dei Carabinieri ed è una delle sedi dei RIS il Reparto di investigazioni scientifiche dell’Arma dei Carabinieri, ne avrai sentito parlare nelle più drammatiche notizie.

Ti raccontiamo un pò di storia che ti farà capire meglio la nascita e lo sviluppo di questo luogo:

il Palazzo è stato costruito nel 1561 da Ottavio Farnese ed era sede della corte ducale sino alla metà del Seicento, quando la sede venne trasferita in altri palazzi a fianco della Pilotta. La sua costruzione era necessaria per dotare il Ducato di Parma e Piacenza di una sede fissa e stabile per i ricevimenti e le rappresentanze.

Davanti al Palazzo venne costruita una grandiosa fontana, con statue e giochi d’acqua che la resero all’epoca molto famosa e prestigiosa. Chiunque passava da Parma non mancava di venire a visitarla.

Ora non ve n’è più traccia, purtroppo a causa dei lavori di ammodernamento nella seconda metà del Seicento, fu completamente demolita.

Il Palazzo raggiunse il massimo splendore durante il governo di Ranuccio Farnese ma durante il regno del figlio Odoardo a causa di impegni militari e poco attento alla vita di corte, andò incontro ad un progressivo abbandono.

Solo negli ultimi due decenni del Seicento, il nuovo duca Ranuccio II Farnese, diede avvio ad opere di rinnovamento sia del palazzo che del giardino, per mano dell’architetto francese Petitot.

Dobbiamo pensare che al suo interno c’erano le serre, l’aranciaia e che era il teatro di molti incontri ufficiali, dunque un palazzo prestigioso ma al tempo stesso, di campagna.

Solo con l’Unità d’Italia il palazzo ospitò una Scuola Militare di fanteria e con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale subì un grave danneggiamento a causa di bombardamenti aerei.

L’opera di ricostruzione è iniziata solo nel 1953 quando il Palazzo diventa sede del Comando dell’Arma dei Carabinieri, dopo lunghe e faticose adempienze burocratiche.

Il Parco Ducale

Ti abbiamo detto che il Palazzo è all’interno del parco Ducale, uno tra i più belli della città: infatti anch’esso ha subìto numerosi cambiamenti dovuti alla successione dei vari casati e fu proprio Ottavio Farnese che acquistando la terra attorno al palazzo volle un giardino adornato di aiuole con fontane, siepi di rosmarino, querce, platani, alberi da frutta e ortaggi. Numerosi erano anche i vasi di agrumi che venvano conservati nei mesi invernali nell’ala ovest, andata poi distrutta.

Con l’estinzione della casata dei Farnese nel 1731 il parco cadde in uno stato pietoso di declino. Solo con l’arrivo di Filippo di Borbone tornò all’antico splendore grazie alla ristrutturazione affidata al primo ministro Du Tillot il quale diede il progetto all’architetto Petitot.

Con l’arrivo della nuova duchessa Maria Luigia incaricò l’architetto Bettoli di un parziale ripristino del parco, introducendo nuove specie di arbusti, come i bellissimi platani piantati all’incirca nel 1830 al centro del parco, proprio di fronte al Palazzo.

Cosa trovi all’interno del Palazzo

 

Entriamo dal piano terra, saliamo lungo il monumentale scalone che ci porta direttamente al primo piano e attraversiamo un corridoio completamente affrescato di trompe l’oeil. E’ raffigurato un ingresso di archi e colonne, in realtà è un’illusione. Accediamo alla prima sala chiamata Sala degli Uccelli perchè ha il soffitto completamente affrescato e ornato con decorazioni a stucco rappresentanti 204 specie di uccelli diversi.

Da questo salone si accede ad altre stanze, te le raccontiamo:

  • Sala del Bacio: entriamo ed è un tripudio di colori, opere e cornici. E’ palpabile il tema dell’amore e la sala infatti prende il nome dall’iscrizione in alto Aetas Felicior lungo la cornice in alto al soffitto. Fu anche tradotto più semplicemente come Seguiamo le vostre inclinazioni e siate felici.
  • Sala di Alcina: proseguiamo ed entriamo nella sala più antica del palazzo decorata con affreschi dedicati a scene tratte all’Orlando Furioso.  Vede come protagonista Alcina giovane maga a cui piaceva trasformare i guerrieri in piante o animali quando non erano più graditi al suo cospetto. Bellissimo l’affresco dedicato al banchetto di ricevimento, da qui il motivo per l’utilizzo della stanza, l’affresco dei sospiri che è raffigurata un uomo e una donna che sussurrano un segreto e l’ultimo affresco purtroppo è danneggiato a causa dell’aggiunta di un caminetto, e dunque non visibile per intero. Abbiamo anche una finta porta, come a dedicarci un benvenuto e la scena di due lottatori con sfondo la fontana e lo scalone centrale.
  • Sala di Erminia: gli affreschi sono dedicato ad un altro grande poema la Gerusalemme Liberata e narrano l’amore non corrisposto di Erminia con Tancredi. Un affresco infatti è dedicato ad Erminia che tenta di soccorrere il suo Tancredi ferito in battaglia.
  • Sala dell’Amore: chiamata anche sala di Giove, dedicata agli amorini e alle rappresentazioni dell’Amore. Amore celeste, quello materno e quello umano. La volta è affrescata dal Carracci ma purtroppo non la terminò a causa della morte improvvisa nel 1602 e solo nel 1680 fu finita da Carlo Cignani. Una targa in suo onore, a memoria dell’amore e del lavoro svolto fu dedicata al Carracci.

La nostra visita è terminata e con questi bellissimi affreschi ancora negli occhi attraversiamo il corridoio e avanziamo verso l’uscita: inevitabile non passare davanti gli uffici investigativi. Ovviamente è impossibile intravedere qualcosa ma purtroppo conosciamo bene il loro ruolo e il lavoro difficile che svolgono. Ci lasciamo comunque trasportare dalla fantasia e pensiamo a chissà quale mistero stanno risolvendo. Ma questa è tutta un’altra storia.

Come visitare il Palazzo Ducale

Partendo dall’area di sosta di Parma, con l’autobus che ti porta direttamente in centro storico, puoi visitarlo attraversando il Ponte Verdi e lasciarti il Palazzo Monumentale della Pilotta alle tue spalle, solo il primo sabato di ogni mese attraverso prenotazione obbligatoria alla mail prefettura.parma@interno.it oppure telefonando per maggiori informazioni all’Ufficio del Turismo al 0521/218889

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