mercato del pesce (1)

Frittura di paranza e camper un viaggio nel gusto

L’estate è voglia di sole, di vita all’aria aperta in camper, di buona cucina  di risate in compagnia nei chioschi in riva al mare, e noi ti proponiamo un tuffo nel blu da una barca da pesca speciale la Paranza, direttamente nel suo piatto la frittura di paranza ripetibile anche in camper.

Se per te frittura di paranza, o meglio La Paranza è

“una danza che ebbe origine sull’isola di Ponza”,

“ una danza che si balla nella latitanza”

come canta il bravissimo Daniele Silvestri,  ti invitiamo a proseguire nella lettura e scoprire questo nostro viaggio nel gusto. Se invece sai di cosa stiamo parlando, molla gli ormeggi e unisciti al nostro camper in questo viaggio tutto italiano.

La barca

Due informazioni tecniche non guastano mai e quindi ti diciamo che il termine paranza deriva da “paro” o paio, e  indica due barche che procedono in coppia per pescare a strascico, anche se poi il termine è stato esteso all’imbarcazione singola. 

Forse tu avrai sentito chiamare queste barche in modo diverso. Infatti a seconda delle zone d’Italia il nome può variare: ad Ortona si chiamava Paracòcche, nelle Marche e nell’alto Abruzzo Lancetta; in Romagna Barchino o Barchetto, a Venezia Bragozzo e Brazzera; a Termoli Lancetta. C’erano anche le varianti più grande e più piccola dette Paranzona e Paranzella.

La tradizione di questa pesca è antichissima e italianissima praticata già prima dell’anno mille; dei pescatori di paranza ne scrive Giovanni Verga nei Malavoglia, e si chiama Don Paranza il protagonista della novella pirandelliana Lontano.

Questo tipo di pesca veniva fatto con una rete formata da un sacco conico lungo 20, 30 metri compreso tra due pareti di rete che manovrata dalle due barche, dragava il fondo muovendo la sabbia e i pesci. Questi risalendo così verso l’alto, rimanevano imprigionati. 

Oggi la tecnica è meno invasiva, ma il periodo di pesca rimane invariato: inizia da marzo e prosegue fino a settembre.

Paranza però, e qui entriamo in argomento, è anche il nome che si dava ai piccoli pesci e molluschi pescati con questo tipo di imbarcazione. Per le loro dimensioni ridotte non venivano venduti facilmente, rimanendo sulla paranza. Nacque quindi un piatto preparato per consumare quello che altrimenti sarebbe stato buttato: la  celebre frittura di paranza. 

Frittura di Paranza nella laguna veneta
La frittura di paranza nella Laguna Veneta

Frittura di paranza 

Appetitoso è considerato low cost, perché utilizza principalmente pesce povero di piccole dimensioni. 

Si temette la sua scomparsa dalle tavole nel 2010 quando entrò in vigore del Regolamento Mediterraneo (che impedisce la pesca di piccoli molluschi e pesci di dimensioni al di sotto dei 5 cm.).

In qualche modo invece questa frittura tipica della tradizione italiana è sopravvissuta e se ami il pesce certamente questo è uno di quei piatti a cui è difficile dire di no.

Che sia presentato in un bel piatto al tavolo del ristorante preferito, o al bar della spiaggia su una tovaglietta di carta, oppure in un cono di carta grezza da gustare da uno street food, la frittura di paranza anche in camper è un gustosissimo secondo piatto che accomuna tutti i litorali italiani.

Ma quali pesci compongono la frittura di paranza? 

Ovviamente è un fritto croccante di pesce, nel quale come sempre, la materia prima è fondamentale. Il pesce freschissimo, a seconda della regione dove viene pescato, cambia nome o tipologia; anche se alcuni pesci rimangono uguali per tutte le ricette.

Te ne proponiamo alcuni esempi:

  • Nella Laguna Veneta

Oltre ai classici calamaretti di misura consentita ecco che qui trovi i go (sì hai capito bene e magari anche tu come noi li conosci come ghiozzi),le  soglioline, i moli e lingua di suocera (e qui non indaghiamo oltre sul nome di questo simpatico lunghissimo e sottile pesce).

  • Marche

In questa regione dove le olive ascolane del Piceno sono una DOP, si usano: acciughe, trigliette, zanchette, calamari, merluzzetti, scampi, busbane

  • Salento

In terra pugliese nel piatto di frittura di paranza trovi: merluzzetti, triglie, sogliole e altri pesci di piccolo taglio considerati solitamente di scarso valore economico, ma di inestimabile importanza gastronomica: spatole, gattucci, merlani, molve, piccole razze e code di rospo.

Il viaggio continua

  • Sicilia

In questa isola meravigliosa nel tuo piatto troverai: a boga, le alici, i saraghetti, la menola, i gamberi, il ghiozzo e i lucci di mare passati nella semola anziché nella normale farina.

Qui viene chiamata anche i “minuzzagghia ri pisci” o “pisceteddi di cannuzza” e sai che la paranza è un’arte marziale autoctona, simile al bastone genovese?

Consiste nel maneggiare il un particolare bastone sia per attaccare che per difendersi e trae le proprie origini dal mondo pastorale. I pastori, infatti, nei secoli passati usavano il bastone per difendersi dagli animali e anche dai briganti.

Frittura di paranza a Napoli
la frittura di paranza a Napoli
  • Golfo di Napoli

Qui frittur e paranz“ è un piatto che trovi facilmente  al mercato del pesce nei famosi coni da passeggio e contiene: sogliolette, alici, merluzzetti e triglie. 

Sai che qui si attribuisce l’origine di questo piatto ai romani?

Grandi estimatori delle terme, giunsero ad Ischia, dove conobbero questo piatto, e da lì lo diffusero, dando vita ad una tradizione culinaria che ancora si cucina.

  • Toscana

Nella regione bagnata dal Mare Tirreno e di antica tradizione marinara, gli ingredienti sono: nasellini, trigliette di sabbia, acciughe, passerine, gallinelle.

Ma, anziché fritti, possono essere cucinati anche al forno con un condimento di pangrattato, olio extravergine d’oliva, aglio, prezzemolo, peperoncino e un goccio di vino bianco.

La ricetta della frittura di paranza

Nella ricetta che puoi fare anche in camper, per preparare la frittura di paranza  il pesce non deve essere eviscerato (tranne che gli eventuali esemplari più grandi) né squamato, ma semplicemente passato nella farina e fritto. Sarà l’olio bollente a fare il resto, regalando quella particolare e prelibata doratura; una volta cotto il pesce fritto si scola e si posa su carta assorbente da cucina.

La frittura di paranza è pronta; come vedi è molto semplice e possiamo  prepararla anche sotto i nostri tendalini. 

L’unico consiglio che ti diamo è quello di mangiarla il più calda possibile, insaporendola ulteriormente con una spruzzatina di limone e abbinandola ad un ottimo vino bianco locale a seconda della regione dove ti trovi a gustarla.

Questa tappa del nostro viaggio nel gusto della tradizione termina qui. Ma se vuoi conoscere altre tradizioni culinarie ti invitiamo a leggere:

Ricordi del gusto attorno alla tavola

Nel frattempo il nostro camper continua a viaggiare lungo lo stivale e se vuoi suggerirci altre tappe e curiosità, ti invitiamo a scriverne nei commenti o scrivendoci alla nostra mail qui

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